domenica 29 ottobre 2017

TRATTO DA ARTICOLO DI GIORNALE










L'evoluzione dell'osso artificiale d'anca si articola su 3 filoni: il concetto di risparmio del tessuto osseo, il miglioramento dei materiali, l'innovazione del design della protesi sostitutiva dell'osso. Infatti lo stesso tipo di osso artificiale (protesi) non è applicata a tutti, l'impianto da sostituire all'osso viene scelto e valutato in base alla morfologia dell'articolazione, tenendo conto del sesso, dell'età e dell'attività del paziente. Viene scelta come se fosse un fosse un abito su misura, rispettando il più possibile l'anatomia dell'articolazione. Tuttavia i materiali utilizzati si consumano in fretta, essendo che durante l'attività quotidiane il femore artificiale, combinato con l'acetabolo dell'anca, sfrega su di esso e di conseguenza si crea l'usura. Polietilene, ceramica, metallo sono i materiali più usati ma vengono lavorati in modo da contrastare appunto l'usura. L'aggiunta della vitamina E nel polietilene rallenta il processo di ossidazione, la combinazione di due ceramiche diverse consente di ottenere un materiale più resistente, la finitura di superficie del metallo permette una riduzione dei detriti ossei. A questo si aggiunse di salvaguardare il più possibile il patrimonio osseo del paziente: dal professore Francesco Pipino parte la proposta di salvare il collo del femore, che risulta l'idea vincente, non solo dà più stabilità all'intera struttura e va' a rispettare la tensione muscolare dell'articolazione, ma anche permette d'intervenire nel caso a future revisione protesiche dando al chirurgo maggiore possibilità d'azione.

osso(femore) artificiale


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